La coppa venne ritrovata nel 1839 nei pressi del paese di Ittiri, in provincia di Sassari, in una tomba “a cappuccina” (sepoltura realizzata con le classiche tegole romane, note come embrici, disposte a realizzare una copertura a doppio spiovente, e coppi a coprire la congiunzione tra due tegole; il defunto veniva adagiato direttamente sulla terra o a volte su delle tegole poste in piano). Il reperto dopo alcuni passaggi di proprietà, fu donata nel 1859 all’allora Regio Museo Archeologico di Cagliari (oggi vecchio Museo Archeologico sito in piazza Indipendenza), è un esemplare unico nel suo genere, in Sardegna finora non ha confronti. E’ in ottimo stato di conservazione, è di forma emisferica e, sulla parete esterna, la ricca decorazione incisa e molata raffigura Gesù Cristo docente, che regge con una mano il codex, e trionfante; questa modalità di rappresentazione affonda le sue origini nel mondo pagano, richiama infatti in maniera stringente l’iconografia classica dell’imperatore che parla richiamando l’attenzione del proprio uditorio. L’immagine è racchiusa entro due palme colme di frutti e sullo sfondo sono presenti quattro rombi, secondo alcuni interpretabili come stelle del cielo, secondo altri simbolo degli evangelisti. In assenza di documentazione archeologica, è difficile dire quale fosse la funzione del manufatto e se avesse un utilizzo immediatamente pratico, il fatto che sia stato ritrovato all’interno di una tomba, fa pensare che si trattasse di un oggetto caro al defunto. Il confronto più stringente, all’interno della vasta produzione vitrea con raffigurazioni riconducibili al repertorio cristiano, è un reperto analogo rinvenuto a Desenzano (Brescia) in cui è rappresentato Cristo con la tunica e il capo nimbato e un gallo.
Cronologia: secc. IV-V d. C.
Località di provenienza: Ittiri (SS)