#iorestoacasa è l’iniziativa del MIBACT che mette a disposizione una ricca offerta culturale fruibile comodamente da casa.
Seguiteci nel tour virtuale tra le vetrine del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Oggi osserveremo un reperto che proviene dal complesso nuragico di Genna Maria presso Villanovaforru.
Si tratta di un vaso calefattoio, ossia un recipiente in terracotta con sostegni impostati sul bordo, inclinati verso l’interno sui quali poteva essere appoggiato un altro vaso. Nella vasca concava del calefattoio trovava posto la brace, la quale scaldava lentamente il contenuto del vaso alloggiato al di sopra.
La grande impugnatura permetteva di trasportare agevolmente il vaso con la brace calda contenuta all’interno, anche da un vano all’altro.
Il calefattoio è stato ritrovato nel vano 10, un ambiente privo di focolare, interessato assieme ad altre capanne circostanti da un imponente incendio che le distrusse, ma il cui scavo ha permesso di ricostruire uno spaccato della vita quotidiana di un villaggio dell’età del Ferro.
Il complesso nuragico di Genna Maria nasce nel corso dell’età del Bronzo medio (1700-1350 a.C.) con un nuraghe complesso trilobato protetto da un antemurale dotato di torri. All’inizio dell’età del Ferro (930-730 a.C.) intorno al nuraghe nasce il villaggio con capanne anche di forma quadrangolare e della tipologia “a isolato”.
Nell’età del Ferro sono abbastanza comuni i vasi calefattoi forse destinati non solamente al riscaldamento dei cibi, ma anche alla lavorazione dei derivati del latte, come formaggio, ricotta e yogurt, i quali richiedono livelli di ebollizione graduali e continui.