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#racconti dal Museo Archeologico di Cagliari. Puntata 67
Placchetta votiva in ceramica raffigurante un volto maschile

Bentornati ad un appuntamento con il nostro tour virtuale del Museo Archeologico di Cagliari!
Oggi iniziamo a raccontarvi di Sulci (o Sulky), l’odierna SantAntioco, la città fondata dai mercanti fenici nella parte occidentale dell’isoletta di Sant’Antioco.
Allo stato attuale delle conoscenze si tratta del più antico insediamento urbano di Sardegna, fondata entro la metà dell’8° secolo a.C.
Durante l’età fenicia e poi punica fu un centro ricco e florido, grazie soprattutto alla sua posizione strategica per le vie di commercio tra Mediterraneo orientale e occidentale.

Nella nostra vetrina di oggi sono esposti anche tre bronzetti nuragici, di cui due provengono da località sconosciute della regione sulcitana. Uno raffigura un guerriero con una corazza borchiata che protegge la parte anteriore del corpo e un elmo conico con cresta centrale. Sembrerebbe essere stata rinvenuta a Sant’Anna Arresi, ma la mancanza di un contesto di riferimento rende difficile stabilire una datazione certa, che peraltro potrebbe essere tarda, intorno al 7° – 6°  sec. a.C.

Un altro particolare bronzetto proviene dalla ignota località Saliu e rappresenta una figura maschile, ritta sul dorso di un cavallo, nell’atto di scoccare la freccia dall’arco. La singolare raffigurazione potrebbe essere collegata a un particolare gioco di equilibrismo, un tiro al bersaglio con l’arco, magari praticato nelle feste che si svolgevano nei grandi santuari nuragici.

Da Sant’Antioco nei pressi del castello Sabaudo al di sotto del quale si conservano i resti di un nuraghe fu rinvenuto il bronzetto di un muflone, raffigurazione abbastanza comune nella bronzistica nuragica che fornisce numerose rappresentazioni della fauna domestica e selvatica (9° – 8° sec. a.C.).

La Sulky fenicia si è rivelata pienamente all’attenzione degli studiosi a partire dagli anni ‘80, quando gli scavi nell’area del Cronicario di Sant’Antioco hanno portato alla luce i resti del primo insediamento fenicio di 8° sec. a.C.
Nei battuti pavimentali delle abitazioni sono stati ritrovati numerosi frammenti ceramici di produzione fenicia: piatti, lucerne, anfore commerciali, coppe, askoi a forma di animale; oltre a ceramiche di produzione fenicia imitanti originali greci e vasellame prodotto in Grecia: lekythoi, skyphoi, coppe. Tutti oggetti che portano appunto la datazione della fondazione verso la metà dell’8° secolo a.C.

Indicazioni in questo senso erano state ricavate da materiali di vecchi scavi, come l’urna cineraria di fabbricazione greca coloniale proveniente da Pithecusa (Ischia) ritrovata nel tofet, datata alla fine dell’8° sec. a.C., assieme ad altre urne fenicie dello stesso arco cronologico.
Della Sulci fenicia conosciamo altri oggetti significativi provenienti da vecchi ritrovamenti, come una grande doppia coppa, lucerne, askoi a forma di animale, una anforetta che riprende forme elleniche, una coppia di elmi ed uno schiniere in bronzo di fabbricazione greca, un elaborato vaso rituale in cui si uniscono assieme le funzioni di lucerna e di kernos (recipiente dotato di molte aperture in cui venivano deposte offerte di differente natura), decorato con la raffigurazione di volti umani ed una placchetta votiva che raffigura un volto maschile.

 

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