Bentornati per una nuova tappa del nostro tour virtuale tra le vetrine del Museo Archeologico di Cagliari.
Anche questa settimana ci soffermiamo sui reperti provenienti da Sulci (o Sulky), la moderna Sant’Antioco, che sono esposti al secondo piano del Museo.
La città di Sulci fu fondata dai mercanti fenici nella parte orientale dell’isoletta di Sant’Antioco entro la metà dell’8° secolo a.C.
In epoca punica la città era molto fiorente e ricca, con un apparato monumentale che comprendeva templi ed edifici pubblici, un tofet (l’area sacra in cui erano deposti i resti incinerati dei bambini nati morti o morti nei primi anni di età) e una grande necropoli con tombe a camera ipogeica e ingresso a dromos.
La tomba 12 AR offre un caratteristico esempio delle grandi sepolture in camere sotterranee tipiche dell’antica Sulci, utilizzate per diverse deposizioni in un ampio arco di tempo.
La sepoltura fu scavata nel 1989 e furono individuati almeno quattro corredi funerari sconvolti dal crollo del soffitto. In totale si contarono più di quaranta oggetti datati alla metà del 5° secolo a.C.
Brocche con orlo a fungo e bilobate, anfore, piatti, e lucerne con peduccio sono i reperti più abbondanti. Sono tutti prodotti della tipica ceramica punica locale con la superficie rossastra su cui si stendono linee brune o sovradipinte di bianco.
Nella vetrina spicca la bella maschera femminile dal sorriso enigmatico e il capo velato, con ancora qualche traccia del colore originale, ritrovata posata sul coperchio della bara lignea.
Eccezionale è anche il bellissimo alabastron (vasetto per unguenti profumati) in pasta vitrea policroma.
Alcuni vasi sono importati direttamente dalla Grecia. Si tratta di uno skyphos, ossia una coppa profonda e due lekythoi (vasetti per profumi), decorate a figure nere, tipico dono ai defunti con il loro contenuto di olio profumato.
Nella tomba erano presenti anche ornamenti personali: un pendente in oro, numerosi vaghi di collana in pasta vitrea e ambra, alcuni amuleti ed un bracciale in argento.