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#racconti dal Museo Archeologico di Cagliari. Puntata 89

Bentornati, prosegue il nostro tour virtuale del Museo Archeologico Cagliari.

Oggi facciamo tappa davanti ai reperti che provengono dall’antica città di Bitia, ora Chia, la stupenda località di mare del comune di Domus De Maria.

Bitia, il cui nome fenicio era Byt’n (Bitan) fu fondata almeno alla fine del 8° sec. a.C. sul promontorio dove ora sorge la torre di avvistamento di Chia. Sull’altura si trovava l’acropoli della città e il nucleo più antico dell’insediamento.

La città si trovava stretta verso l’entroterra tra lo stagno, ancora presente e l’area paludosa intorno alla foce del Rio Chia. La presenza del promontorio, del fiume, l’approdo riparato e anche il piccolo isolotto di Su Cardolinu di fronte alla costa sono elementi che i fenici prediligevano nella scelta dei luoghi in cui installarsi.
Ad Antonio Taramelli, Soprintendente alle Antichità della Sardegna nei primi decenni del Novecento, si deve il ritrovamento della necropoli fenicia e di una parte dell’abitato romano, avvenuto nel 1926 a seguito di una mareggiata. Le sepolture erano infatti ricavate nella duna sabbiosa a ovest della Torre ed erano scavate direttamente nel terreno o protette da lastre di pietra (sepolture a cista litica).

Si tratta, in massima parte di tombe a incinerazione con ricchi corredi composti da ceramiche fenicie e in alcuni casi di importazione etrusca.
Caratteristica è la presenza di armi (lance e pugnali), che in qualche caso comprendono anche armamenti nuragici come gli stiletti.
Vasi in bucchero etrusco si accompagnano al corredo di vasi fenici, in cui sono sempre presenti le brocche con orlo a fungo e orlo bilobato.
In qualche caso il corredo comprende anche gioielli, come gli anelli, i bracciali, le cavigliere e la fibula provenienti dalla tomba n. 219.
La necropoli si può datare tra il 7° e il 6° secolo a.C., con un inizio a partire dal 630 a.C. circa.

 

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