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Villacidro

Nel territorio di Villacidro, comune nella provincia del Sud Sardegna, sono presenti testimonianze dei primi insediamenti umani, risalenti al Neolitico e alla successiva età del Rame, nelle località di Seddanus, Cannameda, Seddus e lungo il rio Villascema e il rio Leni, dove sono stati rinvenuti reperti in ossidiana.
L’epoca nuragica è documentata da numerose attestazioni tra cui il villaggio di Cottega e i nuraghi Narti, Nuraxi, Cuccur’e crabas, Cuccuru Muntoni e Genna Uraxi.
Nel periodo della dominazione romana della Sardegna, il territorio conobbe un rilevante incremento demografico, come attestato dal ritrovamento di una necropoli e dei resti di due terme. Proprio a questa fase risalirebbe la nascita del borgo di Villacidro, il cui toponimo deriverebbe dal latino “villa citra”, ossia” villa al di qual del fiume”, denominazione da ricondurre probabilmente ad una villa romana edificata in questa zona.
Il centro abitato sorse forse in questo periodo per via della fertilità del suolo; Villacidro deriverebbe infatti dal latino “villa citra” ossia “villa al di qua (del fiume)” in riferimento a una villa romana che presumibilmente sorgeva in questo luogo.
Sempre di epoca romana, numerosi sono i resti rinvenuti. Tra i più importanti troviamo le ville rustiche di Seddanus, Nuraxi e Bangiu. Recentemente, nella piazza Municipio sono state trovate ventisei sepolture collocabili, cronologicamente, nel I secolo a.C. Ciò, quindi, testimonia un’occupazione del sito già in epoca romana.

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